Abbiamo già descritto qui la realizzazione del piazzale della stazione fuori opera. In questo articolo ne descriviamo il posizionamento definitivo e la realizzazione del piazzale ferroviario, con banchine e massicciata e qualche modifica di tracciato.
Tagliamo a misura il piano di calpestio e lo incolliamo sulla struttura precedentemente assemblata. Le centine hanno un leggero dorso che ci permette di ottenere una schiena d’asino. Le discese per gli attraversamenti a raso sono realizzate limando i bordi. Dopo la consueta stuccatura e applicazione dei tombini, passiamo alla verniciatura con aerografo e al weathering con polveri.
Alle volte, in fase di progettazione, non ci si rende conto dell’esistenza di spazi inutilizzati che possono invece tornare molto utili.
E’ il caso dello spazio all’interno dell’elicoidale più ampio del plastico.
Dopo una analisi ed una misurazione dello spazio, ci siamo resi conto che esistevano i presupposti per creare un anello di ritorno ed addirittura tre tronchini per il ricovero di convogli di piccola lunghezza.
Il raggio di curvatura del tracciato è fortunatamente identico a quello del deviatoio Peco da installare, sia per l’anello di ritorno che per l’accesso ai tronchini. Due ulteriori deviatoi ci permettono di ricoverare, quindi, i nostri convogli reversibili, quali l’ETR234, il Minuetto, l’Ale803 ed il TEE Breda. Alla movimentazione, come al solito, provvede il software, che smista nella stazione nascosta i vari convogli per farli riapparire nei tratti a vista con buon realismo.
Il cappio di ritorno al momento ci torna utile per ricoverare ed invertire la marcia del convoglio di pulizia. L’inversione di polarità del cappio è automatica e gestita da una scheda apposita collegata a 2 sensori per ogni senso di marcia. Questo tipo di approccio è ben diverso e decisamente meno invasivo di quello basato sulla rilevazione istantanea del corto-circuito.
Iniziamo la costruzione del gruppo di edifici che popoleranno la parte del plastico prospiciente la stazione. Il progetto prevede tre edifici uniti su di un lato, diversi architettonicamente fra di loro. Per la realizzazione ci avvaliamo di foto reali e di una buona progettazione al CAD 3D.
Mancando del tutto la copertura del tetto, per la quale abbiamo immaginato un crollo parziale ed uno smantellamento successivo, dobbiamo realizzare anche gli ambienti interni, i calcinacci, i resti degli impianti idraulici ed il pavimento, per il quale una semplice stampa su carta è stata sufficiente.
Le persiane sono realizzate con il classico metodo delle fascette, arricchite da profili in plasticard, mentre gli infissi sono in plasticard da 0,4 mm e profili a mezzo toro Evergreen . La piccola veranda è realizzata con acciaio ramato Sommerfeldt da 0.3 mm e acetato inciso. Applichiamo anche i fermascuri, il citofono e la cassetta della posta, quest’ultimi stampati su cartoncino fotografico ed inspessiti con plasticard.
Particolare dei servizi igienici, su base Simplon Model , una buona riproduzione in resina che consigliamo di acquistare in kit non verniciato.
Come si nota i fabbricati sono già tutti illuminati e saranno gestiti in futuro da appositi decoder in grado di accendere le luci separatamente anche all’interno di uno stesso edificio.
Veramente Molto Interessante, per Me, che Sono un Plasticista e Modellista, sono Rimasto veramente Affascinato !!!! Istruttivo e Costruttivo, Se uno Volesse veramente costruire cose Belle e Vicine al reale !! I Miei Più Sinceri Complimenti !!!😮😋😀😉🤣👍👍👍👍
Sto Costruendo un Plastico da 5 anni or sono fermo per Motivi Ovvii di Spazio e Tempo !!😣😖😕😨😬😭😢☹
Per le passerelle di attraversamento Binari, sto Usando i Fogli di Polistirolo espanso, poi, Per Verniciarli, si Ricorre solo alla Vernice Acrilica, che si diluisce con acqua, come quelli “TAMIYA”, così, Non Mangia IL POLISTIROLO !!!😀😉😋☺😮,Ottenendo così Spiacevoli Sorprese 😮😖😪😨🥶😭😢👎👎👎 , Invece al Contrario con con i TAMIYA 😋😊😉😀😁🤣🙃🥳👍👍👍👍👌